Ordine della Corona Normanna
È Ordine di giuspatronato e collazione del Casato Sovrano dei d’Altavilla, consanguinei e discendenti diretti dei Re normanni di Sicilia.
È suddiviso nei gradi di Cavaliere, Cavaliere Ufficiale, Commendatore, Grande Ufficiale, Cavaliere di Gran Croce e Gran Cordone.
È riservato a coloro che si siano resi meritevoli per la loro fedeltà alla Casata dei Principi d’Altavilla e che siano idonei sia per censo che per qualità morali.
La decorazione consiste in una croce patente di smalto bianco, recante, al centro, la corona normanna d’Altavilla in oro.
Il nastro è bianco, bordato di rosso.
Fu istituito a ricordo della leggenda secondo cui Ruggero II d’Altavilla, Conte di Sicilia nel 1101, Duca di Puglia nel 1127, fondatore della Monarchia Normanna in Sicilia nel 1130, sarebbe stato incoronto Re di Sicilia da Gesù Cristo, come appare in un celeberrimo mosaico tuttora esistente nella Cattedrale della Martorana a Palermo.
Trae la sua denominazione dalla Corona normanna, ossia dalla potestà regale che i Normanni del ramo detto d’Altavilla o d’Hauteville (per il possesso di questa città in Normandia), esercitarono sulla Sicilia e su Napoli, sulle Puglie e su gran parte ancora dell’Italia durante il lungo periodo della loro dominazione. Fu Tancredi, «Gentiluomo della bassa Normandia, che per primo, dopo aver partecipato alle guerre di Roberto il Guiscardo, invecchiava tra dodici figli nel castello d’Altavilla; trovandosi scarso patrimonio questi vollero procacciarsene colle armi, e fatti alquanti compagni, tra pellegrini e guerrieri drizzarono alle nostre rive» (Cantù, Storia degli Italiani, voi. Ili, pag. 285). La loro vicenda terminò (come Sovrani Regnanti) con il passaggio della Corona agli Svevi per il matrimonio di Costanza, figlia di Ruggero II, con Arrigo VI Hohenstaufen (1186), per il quale matrimoniola Corona di Sicilia dai Normanni passò alla Casa Sveva, continuando però i Normanni d’Altavilla, che non avevano subito la «debellatio» a conservare inalterati i loro diritti sovrani di successione e pretensione.